Piaggia di Sellano, dove il tempo si è fermato nella terra di mezzo

Piaggia di Sellano, dove il tempo si è fermato nella terra di mezzo

La Piaggia, con i suoi antichi edifici in pietra rosa e il suggestivo panorama che la circonda, è un gioiello incastonato nell’Appennino, in una meravigliosa vallata dei Monti Sibillini, tra Norcia e Spoleto. Un luogo del cuore del FAI che ha saputo conservare il suo fascino medievale, offrendo ai visitatori un’esperienza unica in Umbria, il cuore verde d’Italia.

Questa piccola frazione montana si trova a 11 km da Sellano, sulla strada che porta a Montesanto, punto di arrivo del ponte tibetano più alto d’Europa che verrà inaugurato tra poco meno di un mese. A un primo sguardo si ha la sensazione che il tempo qui si sia fermato; ma a ben guardare, attorno ai muri di sasso delle case ormai completamente disabitate, si scorge un brulicare straordinario di vita. La vegetazione è rigogliosa e incontaminata ed è facile fare incontri speciali con volpi, lepri, aironi grigi, falchi pellegrini e addirittura con meravigliosi cerbiatti che corrono liberi sulle colline. 

Per gli amanti dello sport e delle attività all’aria aperta, è un vero e proprio paradiso. Ci sono numerosi itinerari per MTB e per escursionisti, percorsi di trekking sui sentieri dell’Appennino che arrivano fino alle Marche, interessanti pareti da scalare per gli appassionati di alpinismo e climbing. Tra poco la bella stagione tornerà a scaldare l’aria, a inverdire i prati e a regalare scorci meravigliosi in cui vivere momenti indimenticabili.

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Piaggia, una storia antica e ricca di fascino

Situata a 1000 m di altitudine, La Piaggia è stata costruita intorno a una fonte di acqua sorgiva non distante da Montesanto, un importante castello medievale guelfo. Nei secoli passati e fino a pochi decenni fa si trovava al centro di una fitta rete viaria e di sentieri che collegavano Sellano e tutta la Valle del Vigi con la Valnerina e le Marche. Quindi era soggetta ai cammini di pellegrinaggio essenso anche zona di confine con la regione Marche.

Oggi appare isolata, lontana da importanti vie di comunicazione, ma fino agli anni ‘80 del novecento è stata, di fatto, il centro di tutte le frazioni: Civitella, Setri, Renaro, Ceseggi, Petrognano, La Piaggerella, Montesanto e Peneggi. Nonostante fosse la frazione più popolata del circondario dopo Sellano, la vita qui scorreva lenta e abbracciava i ritmi legati alla natura, dell’agricoltura e quelli della pastorizia. Ogni famiglia possedeva capre, pecore, mucche, conigli, galline, maiali e diversi appezzamenti di terreno da coltivare.

Come ricorda anche Dario Sabbatucci, illustre studioso di storia delle religioni nato qui nel 1923, i suoi abitanti godevano di pochi e semplici piaceri. Nel tempo libero si giocava a carte e a bocce mentre le donne si incontravano alla fonte del paese, dove si recavano per fare il bucato quasi tutti i giorni.

Altro momento di grande aggregazione era anche la preparazione del pane fatto a casa, durava una settimana e veniva conservato nella madia per mantenerne la fragranza. Ogni agglomerato di case aveva il proprio forno. 

In paese c’erano due spacci, l’Emporio Mari e lo Spaccio di Neno, in cui si poteva trovare qualsiasi cosa. Si trovavano anche il tabacchi, un falegname, che all’occorrenza diventava barbiere, due calzolai, un fabbro e un solo telefono. Pensa, l’unico di tutta la zona!

Oltre all’agricoltura e alla pastorizia, un altro mestiere fiore all’occhiello di questa frazione della Valnerina era il “rasparo”, ovvero colui che produceva utensili in ferro, in particolare lime e raspe. Mani esperte e abili forgiavano con destrezza gli attrezzi, così eccellenti che venivano esportati in tutto il nord Italia e nei dintorni.

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L’architettura sacra e la leggenda della Santissima Icone

Nel territorio circondariale sorgevano tre chiese: San Giovanni Battista a Renaro, Santa Lucia a Piaggia e San Martino, oggi Campo Martino. Sotto il monte di Piaggia, inoltre, si trova una piccola edicola mariana che ricorda la leggenda della Santissima Icone.

La leggenda racconta che un gruppo di pastori giocava a carte intorno al fuoco quando uno di loro, infastidito dall’esito del gioco, imprecando lanciò nelle fiamme la tavoletta su cui poggiavano le carte. Questa rimbalzò dal fuoco e ritornò di fronte a loro, riportando su un lato l’effige della Madonna.

La reliquia rimase conservata per tanti anni nella Chiesa di San Lorenzo, a Postigano di Sellano. Ogni anno, in occasione della Pentecoste si celebrava la Santa Messa, al termine della quale si svolgeva il “bacio della reliquia”. Una giornata di festa, accompagnata da giochi popolari e da balli serali in piazza. Improvvisamente, il prezioso cimelio venne rubato senza fare mai più ritorno in queste zone.

Cosa fare e vedere oggi a La Piaggia

Oggi La Piaggia è ancora un piccolo borgo millenario dalle atmosfere suggestive e quiete, uno scrigno di tesori naturali tutti da scoprire, a due passi dal Ponte Tibetano più alto d’Europa. Chi ha piacere e tempo, può raggiungere La Piaggia a piedi da Montesanto in un percorso suggestivo di grande fascino.

Nei dintorni, si trovano tante piccole perle incontaminate da visitare e scoprire. Civitella, Setri e Peneggi, Forfi e Piaggia. Proseguendo da Piaggia, passando per Renaro si può addirittura sconfinare nella regione Marche. Un itinerario cicloturistico molto bello e affascinante per gli amanti delle due ruote e un luogo indimenticabile per gli appassionati di trekking.

Poco distante, nella località di Morro, si trova anche un’ottima struttura dove trascorrere una vacanza immersi nella skyline rurale umbra; magia!. I Casali di Morro, vecchi casali in pietra sapientemente convertiti in agriturismo con piscina, dispone di camere e appartamenti ammobilitati, offronendo il fascino di un tempo dove trascorrere un soggiorno immersi nella natura, ammirare la bellissima vallata e godere di tramonti mozzafiato, una vista privilegiata su Montesanto e parte del ponte tibetano.

Ma la natura e la storia non sono gli unici attrattori di questo territorio mozzafiato. Degno di nota è anche l’ottimo cibo!

Così come nel resto della Valnerina, anche qui il tartufo nero è uno dei prodotti simbolo. La famiglia Mari, proprietaria dell’Emporio Mari, era una grande appassionata della raccolta del tartufo. Nonno Fedele li raccoglieva a Sellano, Norcia e in Valnerina caricandoli in sella al suo mulo.

Oltre al tartufo, Piaggia è famosa per il timo Serpillo, una pianta aromatica rara e antica dal profumo intenso, ideale per aromatizzare molti piatti, i funghi e il farro.

La pagina @La Piaggia, molto seguita su Facebook, propone itinerari, curiosità e suggerimenti per conoscere e visitare questa zona e l'Umbria apprezzandone tutta la ricchezza e bellezza.

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